Dott.ssa Susanna-Sitari Rescio, Sessuologa - SoHam Sessuologia

Oggi parliamo di... Brevi articoli su diverse tematiche della sfera sessuale.

In questa rubrica Oggi parliamo di ... vengono pubblicati brevi articoli su diverse tematiche della sfera sessuale.

E` possibile Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. relative a queste tematiche al seguente indirizzo. Se il tema risulta essere di interesse generale sarò lieta di rispondere in questa rubrica.

 

I 5 linguaggi dell'amore 

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La sindrome della vagina "depressa" 

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Psiche e Corpo nella Sessualità

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Mancanza di desiderio

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Vergine a 40 anni. Che fare?

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La sessualità umana, un fenomeno complesso

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Come la tensione del corpo influenza la nostra vita sessuale

Tensione muscolare e problemi di erezione SoHam Sessuologia Corsi Online

 

 

Che lingua parli nell’amore?

30 novembre 2020

Il linguaggio del corpo e dell'amore non è uguale per tutti*e noi. Comunicare - soprattutto all’interno della coppia - è importante. Ecco perché può esserti utile sapere che in amore non esiste una sola lingua, ma ben 5 differenti. A scoprire le lingue dell’amore è stato l’esperto di relazioni Gary Champman, che ne ha scritto nel suo famoso best seller “I cinque linguaggi dell’amore. Come dire “ti amo” alla persona amata”. Ognuno*a di noi ne ha una preferita, che può comunque cambiare nel tempo, e scoprire qual è la Tua e quella del Tuo*a compagno*a, Ti permette di vivere più serenamente e in maniera appagante la Vostra vita di coppia. Se infatti conosci, capisci e - soprattutto - impari ad accettare la Tua e la Sua modalità di esprimere i Vostri sentimenti, potrete vivere con più armonia la Vostra intimità. Forse Tu per dire Ti amo preferisci un abbraccio, invece di usare le parole. Invece Lui*Lei è un fiume di parole romantiche e non ama tanto le coccole. L’ accettazione reciproca delle lingue dell’amore diventa così centrale per costruire e mantenere una storia d’amore serena e appagante. Ora non Ti resta di scoprire qual è la lingua dell’amore a Te più familiare… e quella del*la Tuo*a compagno*a

Le 5 lingue dell’amore

Parole d’affermazione. Hai bisogno di sentirti dire che sei una persona speciale? O il*la Tuo*a compagno*a che è un*a partner eccezionale? Allora potrebbe voler dire che attribuisci grande importanza alle parole e ai complimenti.

Tempo di qualità. Desideri soprattutto tempo dedicato a Voi da trascorrere con chi ami? Hai bisogno di sentire la sua attenzione? Che sia presente e non si faccia troppo distrarre, tipo giocherellando con il cellulare. 

Ricevere regali. Chi utilizza questo tipo di linguaggio in amore, vuol dire che ha bisogno di ricevere e di dare amore attraverso segnali concreti e visibili. Si ama quindi attraverso i doni. Ma non devono essere necessariamente oggetti materiali o costosi. Perché quello che conta è il pensiero, l’attenzione, il fatto di aver speso del tempo a come sorprendere l’altro con regalo giusto che lo renda felice. 

Atti di servizio. Parlare questa lingua d’amore vuol dire fare azioni per l’altro*a, dimostrando concretamente come possiamo sostenere chi amiamo. Ad esempio, preparando il caffè ma mattina, portare l’auto dal meccanico quando Lui*Lei non può, ma anche portare fuori il cane o altre piccole incombenze.

Contatto fisico. Le persone che parlano questa lingua usano il corpo per dire “ti amo”. Quindi cerca intimità fisica, abbracci, carezze, baci, ma anche semplici sfioramenti con le mani, per mantenere sempre una connessione fisica con il partner e sentire così la sua presenza. 

Se vuoi saperne di più consiglio la lettura del libro di Champman :-)

 

La sindrome della vagina «depressa»

30 ottobre 2020

L'altro giorno mi sono imbattuta nell’espressione «vagina depressa» e sono rimasta stupita... Da qualche tempo se ne parla sempre più spesso. Ma, che cos'è una «vagina depressa»? 

Potrei dire che si tratta di una serie di sintomi che possono variare da prurito, bruciore, dolore durante la minzione a secchezza, disagio diffuso e intorpidimento vaginale. Non mi è ancora chiaro perché la vagina venga descritta come «depressa» , ma soprattutto non trovo questo termine appropriato. Preferisco parlare di una vagina «trascurata» o, meglio ancora, di una vagina poco «abitata» e poco «eroticizzata». 

Pensi di riconoscere alcuni di questi sintomi? Se è così continua a leggere, troverai alcuni spunti interessanti.

Perché alcune donne soffrono di secchezza vaginale?

Partiamo dalla lubrificazione della vagina. Anzitutto la vagina non è mai completamente secca trattandosi di una mucosa. Durante l’eccitazione sessuale aumenta la lubrificazione*. Ci sono alcune situazioni tuttavia in cui la lubrificazione scarseggia:

  • Quando una donna non è o non è sufficientemente eccitata 
  • Se l'eccitazione stessa durante il sesso diminuisce 
  • Talvolta nei rapporti sessuali prolungati (rapporti sessuali con penetrazione superiori a 20 minuti)
  • Dopo l'orgasmo della donna
  • Se una donna ha prevalentemente una modalità di eccitazione meccanica del clitoride, cioè se la stimolazione si basa esclusivamente su un'elevata tensione corporea, pressione e stimolazione del clitoride (ad esempio con sex-toys). 
  • In menopausa diminuendo l’estrogeno in circolo le mucose diventano complessivamente più secche.

Che cosa succede in questi casi?

La secchezza vaginale può portare ulteriori disagi, infatti

  • Lo sfregamento del pene nella vagina non sufficientemente lubrificata provoca delle microlesioni che la rendono suscettibile alle infezioni. Questo succede soprattutto in una modalità sessuale meccanica, dove la penetrazione avviene quasi esclusivamente con forte tensione corporea e spinte meccaniche insensibili. Una vagina «eroticizzata» per altro trova interessante questo tipo di sesso meccanico di tanto in tanto, ma non è quello che ne risveglierà il potenziale sensuale.
  • Se una donna trascura la sua vagina nell’autoerotismo, accumula molta tensione durante il sesso e/o permette il rapporto sessuale, anche se la sua vagina non è disposta a farlo, queste sono le ragioni per cui possono verificarsi ulteriori disagi.

Accogliere un «ospite»

Ricevere un «ospite» nella vagina - cioè avere un rapporto sessuale penetrativo - non significa automaticamente che la vagina non venga trascurata. La penetrazione - soprattutto se meccanica - non farà sparire questi sintomi. 

Se la vagina non è abitata, cioè se la donna non ha eroticizzato la sua vagina questa non verrà lubrificata a sufficienza. La contrattura muscolare che deriva da una modalità meccanica (anche nella donna) non consente una lubrificazione ottimale.

In questi casi, anche quando la donna in questione ha rapporti sessuali la vagina molto probabilmente diventerà permanentemente "depressa" nonostante il sesso, cioè svilupperà sintomi come varie infezioni fungine, cistiti o altri disturbi cronici. Per non parlare del calo del desiderio.

Questo accade soprattutto alle donne che preferiscono la stimolazione esterna del clitoride durante il sesso e poi lasciano semplicemente che la penetrazione avvenga perché il compagno lo desidera. Se la vagina non partecipa attivamente al piacere, è molto probabile che diventi depressa mostrando tutti i sintomi accennati precedentemente.

La menopausa non significa necessariamente che la vagina passi da «abitata» a «disabitata»: se una donna ha vissuto la sua vagina prima della menopausa, se ne ha avuto cura e ha imparato a eroticizzarla, continuerà a farlo anche dopo la menopausa. Forse si tratterà di prendere qualche precauzione in più…

Cosa fare per il dolore durante il sesso?

Il miglior trattamento per evitare le problematiche descritte è un approccio proattivo:

  • Esplorare la propria vagina, scoprire cosa le piace e cosa suscita eccitazione, darle i suoi tempi
  • Imparare a modulare la tensione durante il sesso attraverso la respirazione e il movimento, a far oscillare il bacino in modo che l'eccitazione sia distribuita in tutto il corpo e che la vagina venga ben lubrificata. 
  • E infine: sedurre il proprio partner ad essere più sensibile e meno teso durante il sesso, cercare più il movimento sensuale che lo sfregamento frenetico, rallentare portando più calma nell’amplesso invece di passare tutto il tempo in acrobazie erotiche in modalità pornografica.

Per approfondire l'argomento

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Un ultimo consiglio ma non meno importante

In caso di dolori cronici, consiglio di evitare il più possibile gli antibiotici. Esistono infatti farmaci naturali che sono anche più efficaci in alcune patologie come la cistite senza effetti collaterali.

*Spiego brevemente che cosa succede nel corpo in questo caso: l’eccitazione sessuale provoca un maggior flusso sanguigno nei genitali - anche nella donna -. Tramite trasudazione una parte del liquido sanguigno penetra attraverso le pareti vaginali in vagina e si mescola ad altri secreti creando quel fluido lubrificante che favorisce la penetrazione. Se la muscolatura pelvica è molto contratta, se la donna si eccita in una modalità cosiddetta «meccanica» ci sarà meno trasudazione sanguigna e conseguentemente la vagina sarà meno lubrificata.

 

Come la tensione del corpo influenza la nostra vita sessuale

8 Febbraio 2019

Generalmente non abbiamo una chiara percezione della tensione muscolare del proprio corpo. Sfugge quindi alla nostra percezione quale effetto possa avere una contrattura muscolare continua sulla nostra esperienza sessuale.

La modulazione della tensione del corpo è un aspetto essenziale per il piacere sessuale. È una delle chiavi fondamentali per renderepiacevole, sensuale e appagante il sesso, quel viaggio breve o lungo, fantasioso o monotono, tra i due riflessi fisiologici dell'eccitazione e dell'orgasmo.

Dal punto di vista fisiologico l‘eccessiva tensione muscolare ostacola la circolazione sanguigna. Gli organi sessuali non vengono serviti in maniera ottimale. L'eccitazione sessuale che - a livello fisiologico - non è altro che vasocongestione dei genitali, può in casi di estrema rigidità non essere possibile o può non svilupparsi in maniera ottimale (disturbo di potenza).

Se il riflesso eccitatorio ha superato la prima soglia e potrebbe quindi continuare a crescere, una forte contrazione muscolare sia nella donna che nell'uomo può portare a una scarica orgastica prematura o persino creare problemi di orgasmo (Anorgasmia dell‘uomo e della donna o Ejacualatio Retardata). Durantel‘eccitazione sessuale accresce la tensione corporea che viene poi scaricata attraverso le contrazioni involontarie dell'orgasmo. Una delle chiavi a livello del corpo per una sessualità piú appagante è la modulazione ottimale di questa tensione.

Esercizi di percezione consapevole e controllo della tensione corporea 

Siediti su una sedia. Stringi le gambe, il bacino, i glutei e il ventre. Stringi le mani a pugno e tieni le labbra strette. Mantieni la tensione il più a lungo possibile. Per quanto tempo potresti resistere con questa tensione muscolare? Che cosa è stato piú piacevole per Te, tenere il corpo in tensione o rilassare il corpo? Confronta questa esperienza con la Tua modalità durante la Tua vita sessuale nell'autoerotismo e con il partner. 

Nella maggior parte dei casi di problematiche sessuali legate al 'funzionamento' - come problemi di orgasmo, di potenza o di eiaculazione precoce - si trova una modalità eccitatoria con grande tensione muscolare accompagnata da una - quasi - totale immobilità del corpo. Questa modalità di eccitazione è molto diffusa ed è in un certo senso molto efficace poichè consente in genere in breve tempo di raggiungere una scarica orgastica.

Soprattutto nell‘autoerotismo non si coglie la problematica che può derivare condizionando il proprio corpo in questo modo. La stessa modalità nella vita sessuale di coppia è spesso molto meno appagante. In genere il sesso risulta faticoso, l‘amplesso breve, l‘orgasmo molto veloce e puntuale anche per le donne e per lo piú poco soddisfacente per entrambi i componenti della coppia. Questa modalità può essere tuttavia ampliata da esercizi di autopercezione, di movimento mirato e di respirazione che permetteranno una vita sessuale più piacevole e appagante per entrambi.

(Testo tratto dal libro "Sex & Achtsamkeit" di Susanna-Sitari Rescio)

La sessualità umana, un fenomeno complesso

3 Febbraio 2019

La sessualità umana è un fenomeno molto complesso. È la base biologica della nostra vita. La presenza di due sessi è necessaria per la procreazione di un nuovo essere umano e assicura l‘indispensabile ricombinazione del materiale genetico. Inoltre, come camminare, parlare e molte altre attività che noi diamo per scontate e in un certo senso consideriamo ,naturali‘ o innate, la sessualità umana è un processo di apprendimento continuo basato su una potenzialitá corporea. Questo processo si svolge dal primo giorno di vita - e in parte prima ancora della nascita stessa - fino all‘ultimo. 

La condizione alla base della sessualità è il cosiddetto riflesso fisiologico dell'eccitazione. Questo riflesso è innato e può anche essere innescato spontaneamente già a livello fetale da stimoli tattili tramite il liquido amniotico all‘interno dell'utero. Durante lo sviluppo psicosessuale l‘essere umano impara a gestire la propria eccitazione sessuale nell‘autoerotismo e nella maggior parte dei casi a innescare il secondo riflesso fisiologico, quello dell‘orgasmo. Anche quest‘ultimo infatti non è soggetto alla nostra volontà, trattandosi di contrazioni involontarie del pavimento pelvico, che si verificano non appena l‘eccitazione sessuale sarà sufficiente superando il cosiddetto punto di non ritorno nella curva eccitatoria.

Partendo da un fenomeno fisiologico innato la sessualità umana è fondamentalmente un processo di apprendimento in varie fasi a partire dall‘infanzia, attraverso l‘adolescenza fino ad arrivare all‘età adulta, durante la quale vi saranno ulteriori fasi di conoscenza e adeguamento in seguito a cambiamenti, dovuti per esempio all‘età. Comprendere l‘importanza di queste fasi di apprendimento e della possibiltà di correggere o ampliare la propria potenzialità è necessario per poter realizzare una vita sessuale piacevole e appagante.

Il senso del tatto gioca un ruolo essenziale fin dall'inizio. Toccandosi il bambino inizia a familiarizzare con i propri genitali, inviando stimoli al cervello. Lo stesso vale per le cure amorevoli da parte dei genitori, perchè anche attraverso queste si attivano stimoli sensoriali i quali contribuiscono a creare un immagine di sé a livello neuronale indispensabile per una percezione consapevole del proprio corpo e, nel caso specifico, dei propri genitali. 

In questo senso, nominare le varie parti del corpo consente la codificazione verbale. Toccare le varie parti del corpo - e dei genitali - dandole un nome permette di creare una sorta di ,mappa‘ interna, il cosiddetto ,homunculus somatosensoriale‘, il presupposto neurologico per un accesso consapevole al proprio corpo e le sue diverse funzioni e sensazioni. Il contatto amorevole da parte dai genitori e in seguito il contatto da soli alla scoperta del proprio corpo sono quindi momenti essenziali del processo di sessualizzazione, fornendo la base essenziale per le fasi successive.

Purtroppo nella fase iniziale di sviluppo psicosessuale si tende a evitare proprio questo tipo di contatto. Gioia e apprezzamento vengono espressi da parte dei genitori al tocco di varie parti del corpo del bambino. La mimica sorridente e l‘emozione positiva trasmessa dalla mamma o dal papà verrà memorizzata dal bambino in associazione con la parte del corpo toccata e in quel momento nominata („ma che bella manina“, „ma che bel piedino“ etc.). Arrivati alla zona genitale tutto spesso cambia. Qui alle volte si instaura un silenzio imbarazzato, la mimica cambia, il contatto si fa piú fugace e funzionale, talvolta evitando perfino il contatto diretto delle mani usando una salvietta o altro. Mancano a questo punto anche le parole. Emerge un vuoto verbale nell‘interazione con il bambino, che si rende conto che i genitori cambiano espressione quando si tratta di una ,certa‘ parte del suo corpo, i suoi genitali. Non parlano più, diventano più veloci nelle cure, imbarazzo e pudore sono spesso le emozioni che vengono trasmesse. Questo atteggiamento può generare un primo momento di insicurezza in cui si possono installare succesivamente sensi di colpa e vergogna rispetto alla propria genitalità. Quando si tratta di genitalità infantile, infatti, cala il silenzio. Anche le parole usate per descrivere i genitali del bambino o sono praticamente inesistenti („sotto“) o vengono formulate in un linguaggio infantile e purtroppo impreciso che non rende giustizia a questi organi. 

La sessualità è un bisogno umano fondamentale, a livello fisiologico, emotivo e relazionale, come espressione di desiderio e soddisfacimento sessuale, come potenza generativa e realizzazione dell'amore, del bisogno di prossimità, di tenerezza, di fusione con l‘altro, come conferma del proprio essere sessuale e per molti altri aspetti.

La capacità umana di dare importanza all‘atto sessuale al di là della sua funzione biologica primaria di riproduzione e del puro atto fisico di scarico di tensione è espressione della sua maturità erotica che si forma nel corso di una vita.

In sintesi, la sessualità è un continuum di comportamenti e di esperienze, emozioni, pensieri, desideri e bisogni che si svolge lungo un percorso tra due riflessi fisiologici, quello dell‘eccitazione e quello dell'orgasmo. Diversamente dal mondo animale l‘essere umano è in grado di gestire in maniera creativa e sensuale questo percorso influenzandone e intensificandone il grado di piacere. Come realizzare un viaggio sensualmente più appagante partendo dal potenziale del nostro corpo è il contenuto di questo libro.

(Testo tratto dal libro "Sex & Achtsamkeit" di Susanna-Sitari Rescio)

 

Vergine a 40 anni. Che fare?

24  Gennaio 2019

Nel mio studio di Amburgo ricevo persone con le piú diverse problematiche legate alla sfera sessuale. Fra questi mi capita spesso di incontrarne alcune che pur non essendo piú giovanissime, non hanno mai avuto una relazione sentimentale né un rapporto intimo con un compagno o una compagna. Ovviamente il passare del tempo non migliora la situazione poiché un grande senso di disagio e di inadeguatezza prende sempre piú campo cosí da rendere difficile qualsiasi tipo di approccio.

Con un terapia sessuologica integrata è possibile risolvere il problema. Passo dopo passo la persona si apre e 'impara' a relazionarsi in maniera sentimentale ed intima. L'aiuto fondamentale in questo percorso viene dato dalla possibilità di partecipare ai corsi esperenziali di Tantra terapeutico che io offro all'interno del mio instituto. In un ambiente sicuro e protetto è possibile fare tutta una serie di esercizi rivolti a sviluppare una migliore percezione della propria persona e allo stesso tempo, attraverso la pratica del contatto consapevole, di interagire con un'altra persona imparando a porre i propri limiti e a rispettare quelli degli altri. Da ultimo - o per alcuni in alternativa alla partecipazione ai gruppi esperenziali - è  possibile fare una esperienza individuale. Nel rituale tantrico di massaggio terapeutico è possibile passo dopo passo accrescere il livello di intimità fino a che la persona si sentirà sicura a sufficienza per affrontare un momento di intimità totale e spontaneo che si potrà verificare nella vita di tutti i giorni.

 

Mancanza di desiderio 

1° Gennaio 2019

Non provo desiderio per il mio compagno / per la mia compagna. Che fare? La mancanza di desiderio all'interno di una relazione duratura è un tema ricorrente in una seduta sessuologica. I motivi per cui ciò avviene sono molteplici e per scoprire quale possa esserne la causa principale è necessario fare domande specifiche. A seguito in breve alcune delle cause che possono generare mancanza di desiderio:

  • Spesso in caso di mancanza di desiderio si trovano alla radice problematiche sessuali come la difficoltà a raggiungere l'orgasmo, dolori durante l'amplesso, problemi di potenza o di eiaculazione precoce, che innescano un meccanismo di evitamento che in breve può diventare un circolo vizioso. Sarà quindi necessario intervenire su queste problematiche in maniera mirata per far sí che riemerga il desiderio sessuale.
  • D'altro canto possono esserci motivi relazionali, quando il rapporto tra i partner si incrina per diverse ragioni, divergenze caratteriali, inevitabili ferite emotive o sviluppi personali non prevedibili. In questo caso saranno questi i temi da affrontare in una terapia sessuologica per cercare di trovare una soluzione che arrivi a sbloccare la mancanza di desiderio.
  • Talvolta le radici sono piú profonde e vanno a toccare la propria storia personale, il vissuto sessuale ed emotivo della persona stessa. In casi come questo è consigliabile proseguire la terapia in forma individuale per aver modo di ripercorrere alcune tappe del proprio sviluppo psicosessuale che possono aver dato origine alla mancanza di desiderio.
  • Da ultimo, ma per questo non meno importante, non dobbiamo dimenticare che il nostro cervello, che alcuni definiscono come organo sessuale principale, reagisce con desiderio ed eccitazione a nuovi stimoli. Questo vuol dire, che sebbene si possa amare il compagno o la compagna e anche se questi continuano ad essere attraenti e disponibili, la mente non reagisce piú con lo stesso grado di desiderio, perchè lo stimolo ha perso per noi, a causa della familiarità con esso, la sua intensità originaria. (Questo meccanismo è noto in sessuologica come Effetto Coolidge). Anche in questo caso è possibile fare qualcosa per contrastare questa tendenza.

Queste possono essere alcune delle cause scatenanti per la mancanza di desiderio. Una seduta sessuologica può aiutare ad analizzare e a chiarire la propria situazione fornendo allo stesso tempo strumenti e impulsi atti a cambiare lo status quo.

Per approfondire la tematica leggere qui:

Effetto Coolidge

 

Psiche e Corpo nella Sessualità

13 Dicembre 2018

Nell'ambito della ricerca scientifica sessuologica si pone spesso la questione se il sintomo sessuale - come mancanza di desiderio, problemi con l'erezione, difficoltà a raggiungere l'orgasmo, dolori durante l'amplesso - sia dovuto a fattori psicologici o abbia a che fare con l'aspetto piú somatico della sessualità. Il manuale internazionale di classificazioni sanitarie ICD raccoglie i sintomi sessuali relativi alla funzionalità sessuale sotto la categoria dei disordini cosiddetti psicosomatici. Da questo si potrebbe dedurre che l'aspetto somatico venga sufficientemente preso in considerazione. Purtroppo quanto normalmente accade risulta molto riduttivo e inadeguato ad affrontare in maniera competente e risolutiva la problematica di 'funzionalità' sessuale. Infatti il cosiddetto aspetto somatico viene ridotto ad una serie di disturbi organici - come per esempio malattie cardiovascolari o diabete - o all'uso di farmaci per la cura di questi ed altri disturbi - come per esempio psicofarmaci e beta bloccanti - o, da ultimo, l'eventuale uso di sostanze stupefacenti o alcol. Esclusi questi fattori il corpo viene dimenticato e dall'urologo/ginecologo/medico di base si passa eventualmente allo psicologo, per chi ha piú fortuna al sessuologo. Nella maggior parte dei casi la terapia si baserà, a seconda della scelta fatta, o sull'uso eventuale di farmaci oppure su un processo esclusivamente psicologico.

Nel mio percorso di formazione sessuologica ho avuto la fortuna di venire in contatto e di apprendere diversi modelli terapeutici. In particolare ho approfondito un modello cosidetto sessocorporeo (nome originale SexoCorporel), che fonda le sue radici nella ricerca condotta agli albori della Sessuologia da Wilhelm Reich, allievo di Sigmund Freud e creatore della terapia corporale da cui si sono sviluppate pressochè tutte le attuali technice terapeutiche odierne basate sul corpo.

In questo modello l'aspetto corporeo assume una dimensione a mio avviso piú complessa e adeguata rispetto alla classica dicotomia: corpo organico malato / disturbo psichico. In questo modello infatti viene analizzato come la persona abbia sviluppato la propria 'genitalità' e come esattamente abbia imparato ad 'usare' o meglio ad 'abitare' il proprio corpo durante l'eccitazione sessuale. Analizzando questo aspetto fondamentale è possibile comprendere come un sintomo sessuale possa essere - anche - il risultato di un approccio fisico che non sfrutta il potenziale del corpo ma che al contrario lo limita. Per fare un esempio concreto: in molti casi di difficoltà nella funzionalità sessuale emerge constantemente il fattore 'eccessiva contrazione muscolare' durante la fase di eccitazione sessuale. Questo fattore non è fatalisticamente predeterminato, bensí - tramite lo sviluppo dell'autopercezione e altre tecniche - trasformabile, cosí da permettere l'accesso alla piú vasta potenzialità del corpo, consentendo allo stesso tempo di sciogliere e influenzare positivamente la sintomatica funzionale.

Detto questo va da sé che altre componenti della sfera sessuale come l'aspetto psicologico individuale o le varie tematiche relazionali e socio-culturali debbano essere prese in considerazione ed elaborate in una seduta sessuologica. Se tuttavia la dimensione corporale viene limitata alla verifica prettamente medica, valutando la presenza o meno di disturbi organici compromettenti una ottimale funzionalità, la terapia sessuologica si priverà di una dimensione fondamentale per la comprensione e la possibile risoluzione della problematica sessuale.

Per approfondire la tematica alcuni suggerimenti:

Wilhelm Reich - La Funzione dell'Orgasmo

Jean Yve Dejardins -  L' Approche SexoCorporel -  L' Approccio SessoCorporeo